Il Forte

Oggi a rimangono solo alcuni elementi visibili dell’antico forte che tanto ha caratterizzato la storia di Rubiera: solo le mura esterne sono rimaste dopo le trasformazioni subite.

Indirizzo e contatti

Via Emilia Ovest - 42048 Rubiera
Tel. 0522 622211 - Centralino Comune di Rubiera

Orari

L'interno del Forte ospita locali e ristoranti.

 

Come arrivare

E' situato nella piazza centrale di Rubiera. Vedi le indicazioni per raggiungere Rubiera e la mappa sovrastante.

Notizie storiche

Il Forte presentava un formidabile impianto dalla struttura compatta a pianta quadrangolare con cortile centrale, articolata ai vertici a quattro grandiosi bastioni dal paramento scarpato.

Era circondato da profondi fossati le cui acque provenivano dal Tresinaro per mezzo di un canale chiamato della Cerca. All’interno vi erano i servizi e gli alloggi della guarnigione e le carceri. L’epoca di origine di questo impianto è più propriamente da ricondursi ai lavori di fortificazione compiuti dopo il definitivo passaggio del paese sotto il dominio estense nel 1421, anche se nel 1200 il comune di Reggio Emilia edificò il castello di Rubiera a difesa della via Emilia e del transito sul Secchia. Leonello d’Este diede inizio alla costruzione di alte mura che furono poi completate dal Duca Borso in un periodo compreso tra il 1441 ed il 1471. Altri importanti interventi di sistemazione del forte furono condotti nel 1491 con la partecipazione dell’architetto Biagio Rossetti ideatore della “addizione erculea” ferrarese. Nessuna traccia rimane delle mura quattrocentesche. Secondo la pratica militare del tempo esse dovevano essere circondate da un fosso profondo, con alte cortine rettilinee in muratura intervallate da torri tonde o quadrangolari, tracciate secondo un disegno geometrico non molto complesso così come le vediamo rappresentate nella pianta delle fortificazioni di Rubiera disegnata nel XVII secolo.

Un intervento di riforma dopo la metà del XVI secolo fu comunque compiuto dal Duca Alfonso II per un adattamento più funzionale all’uso moderno delle artiglierie del tempo rinforzando le mura, costruendo baluardi, allargando i fossati e creando una zona di rispetto libera da costruzioni ed alberature intorno al borgo. L’unico intervento di ridefinizione del disegno delle fortificazioni è forse da riconoscere nell’ampio baluardo pentagonale eretto a protezione del forte verso occidente e di cui resta oggi il ricordo nell’area di forma triangolare suddivisa in due settori della via Emilia nell’accesso al centro storico.

La rocca fu visitata da regnanti e da principi tra cui Francesco I Re di Francia e Lorenzo De' Medici. Essa formava non solo l’ammirazione di capi si stato e di uomini d’arme, ma era oggetto di encomio e di studio da parte di architetti e costruttori. Purtroppo fu anche luogo di dolore avendola gli Estensi adibita a prigioni di stato per delitti di lesa maestà. Le celle erano fredde, buie, malsane. Ricavate nel sasso gocciolavano umidità in tutte le stagioni dell’anno. In questo luogo fu tenuto prigioniero e poi decapitato il 17 ottobre 1822 Don Giuseppe Andreoli, primissimo eroe del Risorgimento italiano. Nel 1867 cessò le sue funzioni e lasciato nel più completo abbandono aumentò la sua rovina. Quasi tutti i mattoni furono asportati e messo a nudo il poderoso muro in ciottoli murati a calce il popolo lo denominò “Il Sasso”. Nel 1873 il demanio dello Stato lo pose all’asta e da quell’anno iniziò la sua trasformazione e demolizione. Lo sviluppo urbanistico iniziato con la realizzazione della linea ferroviaria portò negli anni successivi all’alienazione delle fosse alla cessione dell’area antistante il Forte e nel 1922 all’abbattimento della parte centrale dello stesso Forte.