Acquetta di Novellara

Potente veleno a base di arsenico che Matilde d'Este utilizzava per sbarazzarsi dei propri nemici.
Matilde d'Este figlia di Sigismondo Francesco d'Este (Sigismondo IV, 1647-1732, discendente da Sigismondo d'Este), marchese di San Martino e di Teresa Maria Grimaldi (1648-1723) di Monaco, nel 1695 sposò Camillo III Gonzaga, conte di Novellara. E' nota per avere confezionato un potente veleno a base di arsenico, chiamato "acquetta di Novellara" che utilizzava per sbarazzarsi dei propri nemici.
L'8 giugno 1714 Matilde, venuta a conoscenza che il marito si era invaghito di Orsola Manari, tentò di farlo ammazzare da due sicari che scaricarono contro la carrozza del conte alcuni colpi di archibugio, mentre usciva dalla rocca. Il conte uscì illeso ma, per punizione e per evitare scandali, la rispedì dal padre tenendo con sé però i figli.
Matilde fece ritorno a Novellara soltanto undici anni dopo in occasione del battesimo della nipote Maria Teresa, figlia di Ricciarda.(secondo quanto scrisse il canonico Vincenzo Davolio nelle sue Memorie storiche della Contea di Novellara)

Matilde d'Este figlia di Sigismondo Francesco d'Este (Sigismondo IV, 1647-1732, discendente da Sigismondo d'Este), marchese di San Martino e di Teresa Maria Grimaldi (1648-1723) di Monaco, nel 1695 sposò Camillo III Gonzaga, conte di Novellara.

E' nota per avere confezionato un potente veleno a base di arsenico, chiamato "acquetta di Novellara", che utilizzava per sbarazzarsi dei propri nemici e con cui pare abbia tentato invano di uccidere il marito.

L'8 giugno 1714 Matilde, venuta a conoscenza che il marito si era invaghito di Orsola Manari, tentò di farlo ammazzare da due sicari che scaricarono contro la carrozza del conte alcuni colpi di archibugio, mentre usciva dalla rocca. Il conte uscì illeso ma, per punizione e per evitare scandali, la rispedì dal padre tenendo con sé però i figli. Matilde fece ritorno a Novellara soltanto undici anni dopo in occasione del battesimo della nipote Maria Teresa, figlia di Ricciarda (secondo quanto scrisse il canonico Vincenzo Davolio nelle sue Memorie storiche della Contea di Novellara).

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