Rocca dei Boiardo

La rocca, prima struttura edilizia del paese, è stata per otto secoli il simbolo del potere politico di Scandiano. Vi si trovano strutture medievali, rinascimentali e barocche. E' attualmente chiusa per restauro.

Indirizzo e contatti

Google MapsViale della Rocca - 42019 Scandiano
telefono 0522 764302 - 764303 - 764273 - Comune di Scandiano
email commercio@comune.scandiano.re.it
La scheda dei Castelli del Ducato

Orari 2022

Orario Festivo
Turni di visita: 10.15; 11.30; 15.15; 16.30; 17.45 per gruppi massimo 25/30 visitatori per volta

Aperto da aprile a settembre.

Chiuso nel periodo invernale.

ACCESSO SOLO CON VISITA GUIDATA
Sabato e domenica: ore 10.15 / 11.30 / 15.15 / 16.30 / 17.45.

Chiuso il 15 agosto.

Prenotazione consigliata (gruppi massimo 10 persone) contattando i numeri indicati.

Tariffe

€ 3,00 - Biglietto per visita della Rocca e Casa Spallanzani 
Gratuito - Bambini e ragazzi fino 14 anni compiuti e over 65.

Pagamento presso il bookshop della Rocca dove saranno fornite tutte le indicazioni per lo svolgimento della visita in sicurezza.

Come arrivare

Mappa Scandiano - centro storico

In auto
Dal casello autostradale A1 di Reggio Emilia (a 15 km) immettendosi dalla tangenziale nella SS467 direzione Scandiano-Sassuolo. 
Da Modena SS486: Passo delle Radici direzione Sassuolo, quindi da località Veggia immettersi nella SS467 direzione Scandiano-Reggio Emilia.

In treno
Dalla Stazione FS di Reggio Emilia: linea TPER Reggio Emilia-Sassuolo.

In autobus
Da piazzale Europa a Reggio Emilia: bus extraurbano n° 46 tratta Reggio Emilia-Baiso (Cerredolo)-Carpineti-Castelnovo né Monti.

Cenni storici

La Rocca dei Boiardo, risalente al XII secolo, domina il centro storico ed è senza dubbio un monumento di grande valore storico e culturale. Fatta costruire dalla nobile famiglia dei Da Fogliano, oggi prende il nome dalla famiglia Boiardo che l’abitò dal 1423 per 137 anni.
Costruita inizialmente come luogo di difesa, dotata di cinta muraria, fossato con annesso ponte levatoio e torri di vedetta, divenne in seguito dimora rinascimentale, quando il governo di Scandiano passò nelle mani della famiglia Boiardo e fu allora che Nicolò dell’Abate vi dipinse gli affreschi del Camerino, con scene dell’Eneide, trasferiti alla fine del 1700 a Modena alla Galleria Estense.
Successivamente vi abitarono i Thiene dal 1565 per 58 anni; questi apportarono modifiche molto significative all’edificio e lo portarono alle forme attuali, affidando il progetto a Giovan Battista Aleotti.
A lui si deve l’elegante scalone che introduce al piano nobile, l’imponente facciata sud e l’ultimazione del torrione a ovest.
Nei secoli XVII e XVIII i Bentivoglio prima e i marchesi d’Este poi, introdussero a loro volta decorazioni di gusto barocco.

Le numerose modifiche che il castello ha subito nel corso dei secoli rendono difficile la comprensione e la lettura della struttura; in essa convivono diversi stili: medievale (torre Pusterla dell'ingresso nord e archetti pensili del cortile), rinascimentale (portico del cortile) e barocco (scalone, bifore, architravate del cortile, decorazioni a stucco dell'appartamento estense).
Tutta la storia di Scandiano e della sua gente si è svolta all'interno del castello: in una stanza del primo piano dell'edificio nacque il poeta Matteo Maria Boiardo; nei sotterranei era solito compiere i suoi esperimenti il grande scienziato Lazzaro Spallanzani, alloggiarono al castello il poeta Francesco Petrarca, il riformatore Giovanni Calvino e Papa Paolo III.
Qui, il 10 ottobre 1796, si inneggiò alla libertà e a Napoleone e si aderì alla Repubblica Reggiana. Sempre all'interno di questo castello, l'11 marzo 1800 si svolse il plebiscito che sancì l'annessione di Scandiano al Regno di Sardegna.

Uscendo dall’appartamento si attraversa un breve tratto del cortile interno e si arriva al monumentale scalone, opera dell’architetto Giovan Battista Aleotti, detto l’Argenta.
A sinistra poi, si trova una porta che conduce ai sotterranei del castello, sede delle vecchie prigioni.

Il Cortile
Il cortile della Rocca presenta molti elementi architettonici che testimoniano le stratificazioni artistiche succedutesi nei secoli.
La parete sud mostra ancora una colonna (dell’originario portico quattro-cinquecentesco) con il caratteristico capitello, di gusto tardo medievale, “a foglia d’acqua”.
La parte ovest evidenzia (al di sotto dell’ultima cortina muraria settecentesca) diversi stili e consente di riconoscere, sotto gli archi acuti delle finestre, alcune tracce di affreschi monocromi cinquecenteschi.

I Giardini
Il recupero dei giardini della Rocca, ultimato nel 2017, consegna ai visitatori uno spazio che non era mai stato aperto al pubblico in passato perché il complesso boiardesco era una struttura militare, ma anche in tempi recenti, dopo il passaggio in concessione al Comune, perché l’area era completamente impraticabile, piena di detriti e vegetazione spontanea.
Un’area abbandonata e semicoperta da molti metri cubi di terra, nel lato sudovest della Rocca, che dopo qualche anno di lavori presenta un affascinante alternarsi di antiche mura e nuovi spazi erbosi, pendii e un terrazzamento sul fossato: nei ritrovati giardini vengono organizzate iniziative culturali, enogastronomiche e spettacolo, ed è inoltre possibile celebrare matrimoni.
La sistemazione dei giardini è stata realizzata grazie a importanti risorse statali: altri finanziamenti sono attesi, sempre dal Governo, in particolare sui progetti legati alle città dell’ex-ducato estense.

Appartamento Estense
Le stanze al piano terra, risalenti al periodo cinquecentesco, formano il cosiddetto appartamento estense modificato nella sua veste attuale agli inizi del '700 dai Marchesi d’Este.
Questo percorso si snoda attraverso le diverse sale, che traggono il nome dal motivo dominante nella decorazione.
La “Sala dei Gigli”, ricca anche degli affreschi con vedute di Scandiano, di autore ignoto, la “Sala del Camino” in stile rococò e la “Sala del Drappo” dal prezioso drappo che circonda la volta del cielo sul soffitto, la “Sala dell’Alcova”, che presenta affreschi del ‘700 con scene di battaglia ed infine la “Sala delle Aquile”, situata nel corpo della torre, dove sono raffigurati i busti di Luigi, Borso, Foresto e Rinaldo d’Este.
Le decorazioni di queste sale sono opera del Castellino, noto scultore modenese.

Scalone
Lo scalone monumentale della Rocca è stato concepito nella sua formulazione originaria da Giovan Battista Aleotti all’inizio del 1600.
La scalinata a “tenaglia” è successiva di qualche anno e fu probabilmente voluta dalla famiglia Bentivoglio.
Le statue in terracotta raffigurano molto probabilmente personaggi della famiglia Thiene e furono realizzate nel 1619 dallo scultore genovese Giovan Battista Pontelli.
Sono quattro le statue superstiti che raffigurano, probabilmente, Marcantonio, Ottavio I, Giulio e Ottavio II Thiene.

Cantiere didattico "Sala del Paradiso"
Il feudo di Scandiano, governato dal 1423 al 1565 dai conti Boiardo, si afferma tra le corti padane del XV e XVI secolo, grazie al “buon governo” dei suoi signori raggiungendo un livello elevato di vita sociale e culturale. 
In particolare Giulio Boiardo, proseguendo i lavori avviati dal padre Giovanni, dà inizio alla trasformazione del paese e all’abbellimento della rocca: l’edificio, da primitivo fortilizio medievale destinato alla difesa, si trasforma in sontuoso palazzo rinascimentale ornato di pitture, sculture, arredi e preziose suppellettili.
Nell’ambito di questa fase di rinnovamento assume grande rilievo la commissione a Nicolò dell’Abate di eseguire diversi cicli di affreschi, all’interno e all’esterno della Rocca stessa.
Questi ultimi, posti sulle pareti del cortile d’onore, sono oggi completamente perduti.
La presenza di Nicolò a Scandiano è documentata tra il 1540 e il 1543 e a questo periodo è riferibile la decorazione dei due ambienti detti “Camerino dell’Eneide” e “Sala del Convito o del Paradiso”, ubicati nell’appartamento del conte al primo piano dell’edificio.

Nel 1772 le decorazioni del Camerino vengono staccate e fatte trasportare a Modena per ordine del duca Francesco III d’Este. Ignota era pure l’ubicazione della “Sala del Paradiso”, che solo studi recenti hanno identificato nella camera posta sopra la torre d’ingresso.
Di questa sala sono conservati alla Galleria Estense di Modena numerosi frammenti, tutti ricavati dalla demolizione della volta e dei pennacchi sui quali si impostava la volta stessa: la parte sinistra del soffitto con il “Convito di Amore e Psiche” e le vele con i “Musicanti”.
Non si ha notizia del periodo in cui questi furono staccati: probabilmente anch’essi nell’ultimo quarto del Settecento.
I frammenti di pitture recentemente ritrovati, sorprendentemente affini con quelli conservati a Modena, completano l’apparato architettonico e decorativo della “Sala del Paradiso” e consentono di confermarne l’ubicazione all’interno della Rocca. 
Grazie all’intervento dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, si è proceduto inizialmente al completo restauro di una delle lunette, intervenendo su questa come su un “oggetto pilota” per mettere a punto una metodologia che diventasse un modello di lavoro valido per tutto il ciclo, in modo da giungere alla redazione di un progetto di recupero di tutte le lunette e dell’intera stanza.

Approfondimenti

  • Gli affreschi di Nicolò dell'Abate
  • Percorso Medioevo
  • Percorso alla corte dei Boiardo
  • Percorso Unità d'Italia
  • Percorso Scandiano Nuova
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    Archivio Provincia di Reggio Emilia © Massimo Dallaglio