Antonio Fontanesi

Pittore e incisore (Reggio nell'Emilia 1818 - Torino 1882), fu il più sensibile dei pittori romantici italiani e uno dei più intimamente partecipi al movimento europeo. Si dedicò quasi esclusivamente alla pittura di paesaggio.

 

Vita

Antonio Fontanesi (Reggio nell'Emilia, 23 febbraio 1818 - Torino, 17 aprile 1882) è stato un pittore e incisore italiano. 
Nato il 23 febbraio 1818 a Reggio Emilia, da Giuseppe Fontanesi e Maddalena Gabbi, ebbe un'infanzia povera e disagiata, che influì sul suo percorso artistico e segnò, con una vena malinconica ed idealista, tutta la sua opera pittorica. Formatosi alla scuola reggiana di Prospero Minghetti, esordì dipingendo paesaggi e vedute. Combatté con Garibaldi (1848-49) e si rifugiò poi a Lugano e a Ginevra, dove rimase fino al 1865, entrando in contatto con A. Calame e C.-F. Daubigny. A Parigi (1855 e 1861) conobbe Corot e i pittori naturalisti della scuola di Barbizon e a Londra (1865) poté ammirare le opere di Turner e Constable. Da tali viaggi Fontanesi trovò conferme al suo interesse per la pittura di paesaggio: se inizialmente ricercò un approccio diretto alla verità naturale (come nel quadro Il sentiero nel castagneto, 1850-1855, Torino, Galleria d'arte moderna), riprese da Daubigny e Corot i vivaci effetti di luce e d'atmosfera, introducendoli in paesaggi tendenzialmente malinconici, sentiti come espressione dell'animo, in linea con principi del Romanticismo europeo.

A Firenze (1866) incontrò con Signorini e Fattori, ma non ne fu influenzato, se non nei temi di alcuni quadri dipinti anni dopo. La sua pittura restò venata di intimismo romantico, e assunse un esplicito valore lirico ed evocativo, tardoromantico e, al tempo stesso, presimbolista (Radura, 1860-1865, Torino, Galleria d'arte moderna). Nel 1868 fu chiamato a insegnare a Lucca e un anno dopo ottenne la cattedra di paesaggio nell'Accademia Albertina di Torino. Qui dipinse le sue opere più note, tra cui Aprile (1873, Torino, Galleria civica d'arte moderna) e Solitudine (1875, Reggio Emilia, Museo civico), che gli procurarono un certo successo di pubblico e critica, ma furono anche la causa di alcune invidie ed incomprensioni, che lo spinsero ad accettare un'esperienza biennale di insegnamento presso l'Accademia di Tokyo (1876-78). Insoddisfatto dell'esperienza ed ammalato, nel 1878 ritornò al vecchio incarico a Torino: in questo periodo dipinse gli ultimi dipinti, visioni fantastiche di squarci naturali indefiniti, accesi da bagliori spettrali (Tramonto infuocato sulla palude e Le nubi, 1880, Torino, Galleria d'arte moderna). Dopo aver tentato di stabilirsi in Francia, nel Delfinato, rimase a Torino fino alla morte, avvenuta il 17 aprile 1882.

Stile

È probabilmente uno dei più grandi pittori italiani dell''800, ma è rimasto a lungo sconosciuto al grande pubblico e poco considerato dalla critica, tranne l'interessamento di alcuni grandi artisti come Carlo Carrà. Fu soprattutto pittore di paesaggi: il suo stile fluido e basato sul chiaroscuro (che distingue grandi zone d'ombra e di luce) è infatti particolarmente efficace nel rendere le variazioni atmosferiche, anche grazie all'influenza prima di Corot e dei Barbizonniers, poi di Constable e di Turner: tali influenze lo portarono a tonalità sempre più tendenti alla monocromia, con un segno nervoso e tormentato, pur entro schemi compositivi tradizionali; ciò comunque non impedisce al colore di manifestarsi con una ricchezza e una libertà felicemente connesse con le novità artistiche del tempo, ma con un accento inconfondibilmente "lombardo". I suoi quadri mostrano anche una grande capacità evocativa, e sono ricchi di lirismo e atmosfere malinconiche, romantiche e, secondo alcuni critici, presimboliste: infatti Fontanesi osserva e studia la realtà naturale per cercarvi un motivo più profondo e universale e per ritrovare, rispecchiati, i sentimenti dell'animo umano: per questo motivo può essere ritenuto il più sensibile pittore romantico italiano e uno dei più intimamente partecipi al movimento romantico europeo, insieme con G. Carnovali. Fu anche fine disegnatore ed eccellente acquafortista: le sue acqueforti e litografie sono caratterizzate dalle stesse ricerche di valori atmosferici perseguite nella pittura, con sintetici ed essenziali effetti di luce. Le sue acqueforti e litografie, tecnicamente perfette, sono tra le migliori prodotte in Italia nell'Ottocento.

Approfondimenti

Galleria Fontanesi - Musei Civici
Bibliografia

 

La solitudine di Antonio Fontanesi

La solitudine di Antonio Fontanesi

Liceo "Chierici" Multimedia, LA SOLITUDINE di Fontanesi, video realizzato da Stella Vernia, classe 3^ E Multimediale (a.s. 2015-2016) Liceo Artistico "G. Chierici" di Reggio Emilia.