Lelio Orsi

Lelio Orsi fu certamente uno dei più raffinati e complessi protagonisti della seconda fase della Maniera, "in architettura magno, in pictura maiori et in delineamentis optimo", come recita la lapide tombale situtata attualmente nella chiesa di Santo Stefano a Novellara
Lelio Orsi

Annunciazione - Lelio Orsi - Museo Gonzaga

Nato a Novellara nel 1511, Lelio Orsi ha trascorso la prima giovinezza nell'ambiente culturalmente raffinato e stimolante della corte dei Gonzaga (il padre era Capitano della porta del Castello di Novellara) e il suo apprendistato artistico fu certamente influenzato dai frequenti viaggi e soggiorni a Mantova, sede della maggiore signoria gonzaghesca, dove fra l'altro potè vedere l'opera di Giulio Romano, Iniziò ben presto la sua attività artistica lavorando in Rocca a Novellara e probabilmente al progetto del Casino di Sopra: in un documento del 1530 e già chiamato "maestro".

Nel 1533 dipinse un fregio nella canonica del Castello di Querciola, la prima testimonianza pittorica nota in terra reggiana. Da Reggio, dove realizzò alcune opere (fra le quali le pitture esterne della torre dell'Orologio in Piazza del Duomo), dovette fuggire, nel 1546, perchè ingiustamente accusato di complcità in un omicidio (la sua estraneità al fatto fu poi riconosciuta sei anni dopo). Accolto e protetto nella sua Novellara, l'Orsi sarà da ora e per quarant'anni l'artista di corte dei Gonzaga.

Il 1563 è l'anno di inizio di un'intensa attività edilizia e pittorica nella piccola capitale gonzaghesca, vero e proprio "genius loci", l'Orsi operò assiduamente in in tutte le fabbriche erette dai Gonzaga, come archietto e pittore. La Novellara rinascimentale reca inequivocabilmente la sua impronta: ha elaborato il disegno del centro storico: progettato la Chiesa di Santo Stefano, il secondo piano e il loggiato della Rocca ed alcune case di Novellara, continuò in più occasioni a lavorare anche a Reggio, fino a metà degli anni Ottanta. Morì in patria il 3 maggio 1587. I suoi disegni e i suoi dipinti sono ora sparsi nei maggiori musei del mondo, A Novellara rimangono le sue opere architettoniche, i fregi e il ciclo pittorico del Casino di Sopra (ora nel Museo Gonzaga).