Cimitero Ebraico

Il cimitero ebraico venne ricostruito nella seconda metà del secolo scorso ed è oggetto di una importante opera di recupero.

Indirizzo e contatti

Viale della Repubblica - 42015 Correggio
telefono 0522 631770 - Ufficio Informazione Turistiche
sito web Ester - Cimitero ebraico Correggio

Orari

Il cimitero è visitabile nei giorni feriali e festivi previa prenotazione telefonica almeno 48 ore prima della data prescelta.
Rimane chiuso il Sabato (da mezz’ora prima del tramonto del sole del Venerdì ad un’ora dopo il tramonto del sole il Sabato) e durante le festività ebraiche.

Come arrivare

Correggio

In auto
Percorrendo l'autostrada A22 Modena-Brennero, uscire al casello di Carpi e seguere le indicazioni per Correggio (percorrendo quindi la SS468 verso Sud). 
Percorrendo l'autostrada A1 Milano - Bologna, uscire al casello di Reggio Emilia e seguire le indicazioni per Carpi-Correggio (percorrendo così la SS468 in direzione Nord).

In treno
Le stazioni ferroviarie più vicine a Correggio sono quelle di Reggio Emilia sulla tratta Milano-Bologna (circa 20 km da Correggio) e di Carpi sulla tratta Modena-Verona (circa 7 km da Correggio).

In autobus
Da Reggio Emilia, Piazzale Europa, si può raggiungere Correggio con gli autobus di linea n° 43 e 82

Cenni storici

Poco meno di un’ottantina di lapidi per ripercorrere alcuni decenni di storia cittadina tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo Novecento. Questa, in un’arida sintesi numerica, potrebbe essere la descrizione del ‘nuovo’ cimitero ebraico di Correggio, dove si è concluso un complesso intervento di restauro che l’Amministrazione Comunale ha voluto realizzare in tempi assai contenuti - due anni, dalla definizione del progetto al completamento dei lavori - e che ha visto impegnate, in due distinti stralci consecutivi, le ditte Dina Tacconi di Modena e C.R.C. di Bologna.
Al di là di freddi dati numerici e cronologici, il recupero dell’area cimiteriale ha costituito un momento di primaria importanza nella ‘costruzione’ di un percorso storico che trova espressione nel progetto di ‘museo globale’ al quale l’Amministrazione Comunale sta dedicando, dalla riapertura del Museo Civico (giugno 1999) non poche risorse ed energie.

Il cimitero ebraico quale lo vediamo oggi venne costruito nella seconda metà dell’Ottocento allorché il primo e più antico luogo di sepoltura risultò non più utilizzabile, sia per il progressivo esaurimento dello spazio, sia, soprattutto, per la sua ubicazione all'interno della cinta muraria cinquecentesca, poco discosto dalla Rocchetta, in netto contrasto con le vigenti normative igienico-sanitarie.
Costretti ad abbandonare l’antico cimitero e a lasciarvi i resti degli inumati – non è infatti consentito, tranne eccezioni rarissime, l’esumazione dei cadaveri, - i maggiorenti della comunità ebraica correggese, ottennero di poterne edificare uno nuovo vicinissimo al settecentesco cimitero cristiano della Madonna della Rosa. La connotazione funzionale di quell'area è stata conservata fino agli ultimi quattro decenni del Novecento, quando venne smantellato il cimitero cristiano mentre quello ebraico non era più utilizzato da tempo. Vi rimanevano però le decine di lapidi, in cui ricorrono i cognomi tipici delle famiglie della comunità (Finzi, Sinigaglia, Resignani, Ravà, Forti, Padovani, eccetera).
L’operazione di recupero segna l’inizio di un percorso di carattere storico-culturale complesso e impegnativo: in accordo con la Comunità ebraica di Modena, infatti, nella sala mortuaria verrà allestita una piccola mostra permanente sulla storia della Comunità di Correggio e dei suoi luoghi principali (Sinagoga, cimitero, ghetto), con un apposito apparato documentario e due plastici riproducenti la Sinagoga ottocentesca e il cimitero ‘moderno’.

Frammenti di codici ebraici dei secoli XII-XV dell'archivio storico comunale e la comunità ebraica di Correggio
Recuperati negli anni 1997-1998 con una complessa operazione di distacco e restauri, tali frammenti fungevano da copertine o rinforzi delle copertine di alcune decine di registri dell’Archivio Giudiziario Civile e Criminale databili tra la fine del Cinquecento e la fine del Seicento. Questo particolare riutilizzo di frammenti pergamenacei si colloca in un particolare e drammatico periodo storico, quando cioè, dalla seconda metà del XVI secolo, per volontà dell’autorità ecclesiastica vengono sistematicamente distrutti gli antichi codici religiosi e letterari delle numerose comunità ebraiche italiane in generale ed emiliane-romagnole in particolare. I fogli pergamenacei così recuperati venivano venduti a legatori, cartolai e tipografi del territorio che ne ricavavano, come si è accennato, copertine per registri forniti poi a notai o Municipalità ed anche bandelle di rinforzo per volumi a stampa.

A partire dalla fine degli Anni Ottanta si è intrapreso, a livello europeo ed italiano, una sistematica opera di ricognizione per individuare “giacimenti archivistici” in cui tali preziosissime testimonianze potessero ancora conservarsi.
Correggio, grazie alle ricerche del Prof. Mauro Perani, coordinatore nazionale della ricerca, si è rivelata particolarmente ricca di tali frammenti, con un numero di poco inferiore ai 150 pezzi, tra cui vere e proprie rarità, talune del tutto eccezionali, quali i frammenti del libro dei Salmi in un manoscritto sefardita (cioè di area spagnola) del XIV secolo, del Commento alla Torahdi Levi Ben Gershom (sec. XIV), di uno splendido manoscritto monumentale sefardita dei Salmi del XII secolo, di una Bibbia proto-rabbinica con i commenti di Nachmanide e Rashi (secc. XIV-XV).
E ancora, frammenti di opere cabalistiche di Menachem Recanati (sec. XIV), di un inedito commento di Isaia da Trani ad un trattato rabbinico (secc. XIV-XV) e della prima edizione della Torah stampato in caratteri ebraici a Bologna nel 1482.
Si tratta di un patrimonio di eccezionale interesse per la storia della tradizione religiosa e della cultura ebraica italiane tra Medioevo e Rinascimento.