Castello di Bianello

Il Castello di Bianello è una delle quattro rocche matildiche, allineate su quattro colli vicini l'uno all'altro e di uguale altezza, incombenti sulla pianura.

Indirizzi e contatti

Strada Provinciale, 23 - 42020 Quattro Castella
telefono 0522 249211 - Comune
email turismo@comune.quattro-castella.re.it
sito web Castello di Bianello

Orari

Dal 3 marzo al 3 novembre 2024
Domenica 14-19

Sabato 30 marzo, domenica 31 marzo, lunedì 1 aprile, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno 2024
11-13 e 14-19

Saranno possibili visite private per gruppi e/o scolaresche durante la settimana su prenotazione: gruppostoricoilmelograno@gmail.com.

Prenotazione consigliata sul sito Internet www.gruppostoricoilmelograno.com.

Visite guidate al Castello di Bianello
Il castello è accessibile solo con visita guidata, con partenza ogni ora dal bookshop del castello. L’ultimo gruppo di visita parte con la guida un’ora prima dell’orario di chiusura.

Clicca qui per scoprire il programma delle visite guidate e delle visite tematiche!

L’ultimo gruppo di visita parte con la guida un’ora prima dell’orario di chiusuraL’ultimo gruppo di visita parte con la guida un’ora prima dell’orario di chiusura.

Icona markerPer tenersi in forma. Quattro passi nell'Oasi del Bianello! Scarica la mappa dell'Oasi e scopri il magnifico territorio attorno al Castello.

Informazioni, prenotazioni:

Gruppo Storico Il Melograno
cellulare339 2313875 - Mariagrazia
cellulare333 2319133 - Rita
emailgruppostoricoilmelograno@gmail.com

Tariffe

Euro 6,00.
Ridotto Euro 3,00 (residenti nel territorio comunale di Quattro Castella, giovani fino a 18 anni non compiuti, studenti fino a 26 anni non compiuti e scuole del territorio comunale).
Gratuità per i bambini fino a 12 anni.

Come arrivare

Il territorio comunale è situato nella fascia pedecollinare, dista circa 17 km da Reggio Emilia. La strada provinciale SP21 pedemontana, che attraversa per tutta la sua longitudine il territorio passando per Puianello, in direzione San Polo d'Enza, separa la parte collinare dalla pianura. Il castello dista circa 1 km dall'abitato. Bus SETA extraurbano n. 48. L’accesso all’area monumentale e all’oasi naturalistica è vietato a tutti i veicoli a motore.

Cenni storici

Si trattava di avamposti difensivi che costituivano l'antemurale di Canossa contro i pericoli della "Lombardia" e dei valichi alpini.
Bianello è stato nei secoli dimora e fortezza dei Canossa sino alla metà del '700, poi signorile dimora. Il castello presenta un volume compatto impostato su una delimitazione strutturale a forma poligonale chiusa. Una pietra all'ingresso delle mura dice: "Comitissae Matildis opus", ma il castello è di costruzione anteriore, insieme agli altri tre. L’origine del castello come torre di avvistamento è accertata già nel X secolo. Matilde risiedeva quasi abitualmente a Bianello, qui ospitò Enrico IV penitente, prima dell'incontro del 1077, qui soggiornarono papi e principi, e nel 1111 Matilde ricevette Enrico V, reduce dall'incoronazione a Roma, e fu da lui proclamata vicaria imperiale in Italia: erano i prodromi della pace, di dieci anni dopo, al Concordato di Worms. Dopo la morte di Matilde, il castello rimase ai Canossa. Il castello ha subito numerose trasformazioni che ne hanno fatto un'aristocratica dimora: conserva però interessanti strutture della primitiva rocca e, in una stanza, un dipinto del sec. XIV, che rappresenta Matilde con in mano il fiore del melograno ed il motto "tuetur et unit". Tutto l’edificio offre un suggestivo panorama su una delle più fertili pianure del mondo.

Il soggiorno di Matilde e la sosta di Enrico V nel 1111 hanno dato origine ad una celebrazione dell'evento che si ripete da oltre un ventennio, dalla quale ha tratto occasione la nascita del "Premio Matilde". Ai piedi del colle la chiesa, più volte ristrutturata nel corso dei secoli, conserva un'interessante lunetta scolpita, un architrave decorato di fregi a volute floreali con una mano benedicente, e parecchi frammenti di pietre lavorate con quell'arte semplice e raffinata che caratterizza gli edifici, specialmente sacri, di quell'epoca.

© fotografo IBC Emilia Romagna_Andrea Scardova